domenica 16 settembre 2012

I GIOVANI CHIAMANO: M.O.N.S.T.E.R, i pensieri, la fase organizzativa, lo sviluppo e la fine del percorso.


Monster è acronimo di Movimento Neutrale Solidarietà Terremotati Emilia Romagna che il 9 giugno (15,30/24) al PalaSogni di Ponterivabella (Monte San Pietro) promuove una giornata di musica con gruppi rock, cori e gruppi giovanili per raccogliere fondi da destinare alle zone terremotate.
Riportiamo di seguito le voci di Erica Salbego e di Luca La Piana, due degli organizzatori che con il contributo dell’Amministrazione comunale di Monte San Pietro e di vari sostenitori hanno concretizzato l’iniziativa.


I PENSIERI, Anche Madre Natura
di Erica Salbego

Ci troviamo ad organizzare un evento culturale per un’emergenza dettata da Madre Natura, è la prima volta che mi capita, di solito le emergenze per cui ci mobilitiamo e facciamo benefit sono scelte, oppure soprusi, o momenti di riflessione che sfociano in protesta, ho pensato e agito insieme alla mamma di Federico Aldrovandi e Carlo Giuliani, ho lavorato attivamente per l’antifascismo e per ricordare a tutti che lo Stato italiano ha reputato, già da tempo, che il fascismo e la sua apologia sono reato, ho partecipato e organiz- zato eventi per persone che hanno vissuto percorsi politici o sociali, per i Migranti e per i loro diritti, per il movimento Queer, Omosessuale e per la tutela della Donna, contro le violenze domestiche e gli abusi di ogni tipo, per ricordare a tutti il significato della parola Libertà, ma ancora non mi era capitato di confrontarmi con Madre Natura e dover materializzare aiuti per ricostruire una società distrutta da Lei.
La sensazione di impotenza che incute è pari alla felicità che sa emanare. La Natura si esprime così, come deve, come noi esseri umani l’abbiamo condizionata, oppure semplicemente come è giusto che sia.
Non possiamo nemmeno prevederla perché i terremoti, come tante altre sue forme di espressione, non danno un preavviso, quel senso di instabilità e impotenza che creano arriva così, come se niente fosse e altrettanto se ne vanno, lasciandoci impotenti di fronte alle macerie. Intere famiglie, comunità di persone non hanno possibilità nemmeno di sapere quanto tempo c’è, quale spazio possono vivere e mai come ora, qui in Emilia-Romagna, tempo e spazio prendono forma, per come noi esseri umani li abbiamo codificati.
I media ora parlano di petrolio, di franking, di metodi per scavare chilometri nel sottosuolo, di trivellazioni... per produrre, speculare, guadagnare. Io da emiliana non ne sapevo nulla fino ad ora, sicuramente sono ignorante, ma non credo che tanti di noi ne sapessero qualcosa, l’informazione esce quando avvengono le tragedie.
Che dire? Ce la siamo cercata? Ci sono persone che pensano allo sviluppo e al progresso come errore cosmico, ci sono altre persone che lo vivono passivamente e non si rendono conto di cosa porterà, ci sono alcuni che analizzano, invece, le possibilità di ribellione della Natura alle nostre scelte umane e ci sono i pochi eletti che decidono come distruggerla, la Natura.
Ho sentito la paura di tutti, ma non di quest’ultimo gruppetto di eletti. La paura non si controlla perché fa parte di processi decisi da loro, a cui non voglio dare né un volto né un nome, ma sono sempre salvi e mai sotto le macerie, però, come tutti, vivranno Madre
Natura, magari pensando di poterla controllare e decidere quando e come interagire con lei. L’utopia dell’arroganza. All’Aquila poco tempo prima del terremoto di magnitudo 6.2 della scala Richter, la gente continuava a vivere una quotidianità “normale” nelle proprie case, i cittadini sono stati rassicurati dicendo che non ci sarebbe stato rischio, ma se il terremoto non si può prevedere non si può prevedere nemmeno il contrario. Comunque la commissione grandi rischi aveva talmente rassicurato i cittadini che erano tutti a casa tranquilli, non erano nemmeno organizzati spazi di eventuale ricovero, erano a casa, nelle stesse case che dovevano essere una certezza, per le quali hanno investito una vita di lavoro, in tanti casi precario, quelle che poco dopo sono crollate mal supportate da un’edilizia speculativa. Invece, subito dopo la scossa del 6 aprile 2009, nessuno poteva stare più in casa, nemmeno entrarci per capire, recuperare oggetti utili o cari, era diventata tutta zona rossa, un’intera città... Hanno cercato da subito di azzerare la volontà degli Aquilani e quindi immediata demolizione dello stato di diritto.
“Tra le possibili cause o concause dei crolli si ipotizzano in alcuni casi grossolani errori di progettazione strutturale e/o maldestri interventi postumi, in altri ‘errori’ in fase di realizzazione con l’impiego di materiali non conformi alle indicazioni di progetto: cemento armato contenente o sabbia marina e/o staffe di ferro posizionate a distanze non a norma di legge” (da Wiki- pedia).
Anche le scuole dell’Aquila, come le scuole italiane, prima della forte scossa, hanno educato ai valori della civiltà, tra essi la legalità, la giustizia e anche dopo, all’Aquila hanno continuato a crederci e a svolgere il loro compito perché la legalità è nostra e nostra è la giustizia: sono valori che non crollano con un terremoto e tanto meno con l’edilizia speculativa all’interno della quale quei valori venivano trasmessi e che per un grave momento sono stati traditi e seppelliti, ancor più che dalle macerie, dalle risa degli speculatori, dei loro amici istituzionali e delle connivenze.
Oggi abbiamo i capannoni industriali dell’Emilia con dentro i lavoratori, posti di lavoro apparentemente sicuri, costruiti da poco, ma totalmente fuori norma e fuori da ogni pensiero logico. Come puoi chiedere ad una persona di lavorare quotidianamente in luoghi che crollano come castelli di carte? Con quale dignità un lavoratore può pensare ancora di accrescere le tasche di un “padrone” che nemmeno controlla la sicurezza del luogo di lavoro, svendendo a basso prezzo innumerevoli ore della propria vita? Ogni mondo è paese?
Quale realtà hanno dovuto vivere e subire passivamente i cittadini Aquilani dopo il terremoto? Quelli dell’Irpinia, del Friuli e di tantissimi altri posti nel mondo?
Quali soluzioni ha trovato il nostro gruppetto di eletti? Come hanno aiutato a sviscerare la paura? Quel senso di nausea, giramenti di testa, instabilità che ho anch’io adesso nonostante l’epicentro del terremoto sia a 35 km da me?
Non ho risposte, forse però me le aspetto. Non possiamo contrastare Madre Natura e il suo caos, ma possiamo certamente ripartire, come dicono tutti i sopravvissuti a un terremoto, è la parola più menzionata ora, ripartire, senza riproporre errori del passato, senza conclamare la vittoria di chi decide per noi perché non c’è niente da vincere di fronte a tutto questo, senza dover provare odio e paura verso chi non ci vuole fare ripartire.
Il diritto di pensiero Madre Natura ce lo lascia e noi ce lo prendiamo nella sua totalità, è il nostro diritto più grande, pensare, insieme per ripartire e correggere, affinare il tiro per trovare quella dimensione spazio tempo che hanno codificato altri, renderla nostra e viverla.
L’evento del 9 giugno, come tanti altri che sono in programma servono, forse, a questo. Pensare insieme, agire e ricostruire.
Ripartire. La terra trema e si muove, noi proviamo per un attimo a fermarci e capire.


LA FASE ORGANIZZATIVA E LO SVILUPPO, Monster Against Earthquake ... Uniti possiamo!
di Luca La Piana

21 Maggio 2012 ore 21:43 nasce il gruppo MO.N.S.T.E.R. acronimo di Movimento Neutrale Solidarietà Terremotati Emilia Romagna. Nasce quasi per caso o forse è meglio dire che nasce per reazione, ho sentito la necessità di reagire ad una notizia letta su Facebook (dove il tutto si è creato), ovvero che il governo Monti avrebbe tagliato gli aiuti statali ai comuni terremotati e che i comuni stessi avrebbero dovuto arrangiarsi.
Trovando questa cosa l’ennesimo schiaffo in faccia ad una popolazione già gravemente provata, ho scritto un commento su una pagina Facebook (Monte San Pietro è una comunità viva) che recitava così:
“Visto che il governo ha voltato le spalle ai terremotati emiliano romagnoli, perché non organizziamo una raccolta fondi tramite un concerto in piazza Bonazzi o dove si può?
Gruppi locali ce ne sono in abbondanza... creiamo una Woodstock solidale!!! Magari possiamo riproporre il tutto nelle zone colpite dal sisma il giorno in cui consegniamo i fondi!” (Postato il 21 Maggio alle ore: 18.02)
I commenti non hanno tardato ad arrivare, anche se onestamente pensavo che sarebbe stato letto, commentato e lasciato nel dimenticatoio. Invece con mia grande sorpresa alcune persone hanno preso la cosa seriamente e si sono impegnate affinché ciò non restasse un’idea.
Visto l’afflusso di commenti propositivi, ho deciso di aprire il gruppo MO.N.S.T.E.R dove convogliare tutte le idee, le proposte e soprattutto le persone che in base alle loro capacità/possibilità si sono spese per creare una rete efficiente e collaborativa.
L’IDEA PRENDE FORMA Il gruppo cresce e con grande rammarico noto che molte persone che si sono iscritte in realtà non partecipano attivamente, sembra una sorta di vetrina sul quale mettersi in mostra quasi come a dire “visto ci sono anch’io!”, ma non mi sono curato di loro e mi sono concentrato su chi invece al progetto ci crede e spende tempo e fatica per poterlo portare avanti.
Avendo necessità di concretizzare alcuni punti, io, Carla Rimondi, Alessandra De Maria e Tamara Battistini ci siamo dati appuntamento, è stata una riunione informale molto amichevole dove si è parlato di permessi, sicurezza, gruppi che avrebbero suonato, sponsor e altro ancora... Un piccolo comitato organizzativo si è così creato, la cosa si sta facendo seria e adesso ci sono dei volti, delle donne, delle mamme e lavoratrici che vogliono che questo evento abbia luogo, alle quali devo rendere conto, ma siamo ancora distanti anni luce dal farcela e il tempo stringe, mancano meno di 3 settimane.
LA RETE CRESCE La rete di persone che si spendono nel portare avanti questa dolce follia cresce e si definisce. Da ogni parte politica c’è chi vuole partecipare senza mai nominare il suo partito, ma solo con l’intenzione di esserci per aiutare corregionali colpiti da questa piaga. Non nego che la soddisfazione di veder collaborare spalla a spalla esponenti del PD, SEL, FLI, M5S, ANARCHICI mi ha invaso e galvanizzato, mi fa pensare: “allora si può fare, si può ragionare come comunità senza barriere!” Questo è il passaggio fondamentale del tutto, una rete sociale unita senza dogmi che lavora per creare sul territorio qualcosa di grande.
I PROBLEMI E LE SOLUZIONI Di problemi, signori miei, ce ne sono stati a non finire, a partire dal fatto che abbiamo iniziato un progetto che per essere portato a termine avrebbe avuto bisogno di almeno 2 mesi, ma a noi restavano 2 settimane. Poi dovevamo trovare sponsor, persone disposte a lavorare gratis, persone disposte a fornirci materiali gratis e tutto questo per far sì che la cifra finale non venisse toccata, tutto dovrà essere destinato ai terremotati, o per lo meno la maggior parte della cifra. Dico la maggior parte della cifra perché ad esempio la SIAE vuole essere pagata (per il sottoscritto poco o molto è sempre troppo), abbiamo avuto una tipografia che prima ha proposto di stampare gratis con tanto di preventivo... e poi ha presentato il preventivo per il pagamento (abbiamo poi dato l’appalto ad un’altra tipografia che in urgenza si è comunque accontentata), abbiamo proposto a personaggi famosi bolognesi di partecipare all’evento, ma o non hanno risposto o hanno chiesto il gettone ... il gettone!?
Comunque Bologna e provincia ti danno sempre una certa soddisfazione e gente disposta a dare il proprio contributo senza richiedere nessun tipo di parcella o pubblicità ne abbiamo trovata eccome... tutti dei grandissimi Emiliano Romagnoli, un nome per citare un attore comico nostrano è Duilio Pizzocchi.
Ma credetemi che dietro a questo evento ci sono decine di persone che hanno lavorato sodo e che ancora lavorano per risolvere ogni problema si presenti.
Arrivati a martedì 29 maggio dovevo presentare la richiesta di patrocinio, ma una scossa terribile ha fatto evacuare tutti gli stabili comunali, ho pen- sato che probabilmente al terremoto (e forse non solo al terremoto) desse fastidio ciò che un pu- gno di cittadini stava creando ... ma comunque anche se in mezzo alla piazzetta del Comune di Monte San Pietro, quel foglio andava consegnato a tutti i costi, in fondo la causa era più che lecita. Ebbene il foglio è arrivato nelle giuste mani grazie all’aiuto di alcuni dipendenti comunali, anche se in una situazione a dir poco irreale per questo piccolo comune di provincia.
Ma questi sono aneddoti dei quali vi potrei riempire almeno 5 pagine ... la morale è che per ogni problematica che si presentasse al gruppo, il gruppo la risolveva, senza se e senza ma! (e parlo di un gruppo veramente esiguo di persone... anche se sulla pagina di facebook se ne contano molte).
LA “DIREZIONE” ARTISTICA Questa è stata la nota dolente che mi ha molto deluso... se da una parte i cittadini volevano l’evento, dall’altra i gruppi emergenti di Calderino non sono stati altrettanto partecipativi. La direzione che aveva preso il progetto era quella di far suonare solo gruppi locali emergenti, o anche già avviati, in modo da dare risalto anche al lato artistico del paese. Ho fatto attaccare un cartello nella sala prove comunale dove si chiedeva ai gruppi la partecipazione ad un evento benefico, nel cartello erano indicati il mio nome, il mio numero di telefono e la mia e-mail ... personalmente devo ancora ricevere una chiamata o una mail ... Quindi mi sono mosso in un’altra direzione, ho chiamato amici, gruppi di conoscenti o gruppi presentati da conoscenti e ho iniziato a creare il palinsesto musicale della giornata. Da notare che alcuni gruppi locali già avviati avevano dato disponibilità, ma per problemi tecnici non hanno potuto partecipare all’evento ... e questo mi è dispiaciuto molto! Comunque tra sì, no e forse si è delineata la giornata musicale con un mix di generi per la maggior parte derivati dal rock, ma anche hip hop, un coro, un gruppo di musica cantautoriale italiano e un gruppo di cover locale. Ci sono stati gruppi locali presentati troppo tardi e purtroppo il palinsesto era già pieno ... ragazzi sarà per la prossima, grazie per l’intenzione!
CONCLUSIONI L’evento ormai è completamente delineato in ogni sua forma, artistica, tecnica, organizzativa ... non resta che attendere il 9 giugno e fare di questa giornata un momento da ricordare negli anni per Monte San Pietro e soprattutto fare in modo che si raccolgano più fondi possibili da destinare al comune di Cavezzo (MO), devastato dal sisma per tre quarti del suo territorio. Nessuna retorica e nessun tipo di demagogia, questa giornata andava fatta e basta! Vi aspettiamo numerosi, perché crediamo che sia un DOVERE partecipare, faremo del nostro meglio perché risulti un PIACERE. Ringrazio ogni singola realtà, associazione, istituzione e persona che abbia partecipato a quest’avventura. Probabilmente ho dimenticato di raccontarvi qualcosa o di menzionare qualcuno, ma in questo momento sono ancora nel pieno dell’organiz- zazione e i miei pensieri si accavallano l’un l’altro, non preoccupatevi, sabato vi ringrazierò tutti!


LA FINE DEL PERCORSO ha visto una giornata importante realizzarsi, gruppi musicali, attori, performers, istituzioni e cittadini di Monte San Pietro, ma non solo, si sono ritrovati al Palasogni di Ponterivabella creando momenti importanti sia dal punto di vista empatico che da quello pratico.
La giornata ha visto entrare ben 1500 € che sono andati al Comune di Cavezzo, in provincia di Modena, uno dei paesi più colpiti dal sisma.
Siamo rimasti in contatto con la Polisposrtiva di Pallavolo Cavezzo, alla quale abbiamo donato i soldi, che ci aggiorna su come vengono spesi e su quanto potessero servire ai bambini delle scuole di Cavezzo che li stanno tutt'ora utilizzando per le piccole spese dei campi estivi allestiti in tendopoli.



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